Annalisa Marinelli vive e lavora in Svezia perché non sa stare dentro i confini. Per vivere infatti fa uno dei pochi mestieri che permetta di mantenere il ventaglio degli interessi il più ampio possibile: l’architetta. L’appassiona tutto quanto abbia a che fare con l’abitare il mondo specialmente nel margine fertile tra il personale e il politico. È anche ricercatrice, attivista politica, mamma, pasticciera a tempo perso e scrittrice. La scrittura le serve per riflettere, decostruire, reinventare. Quando ha creduto di avere qualcosa che valesse la pena condividere, ha pubblicato. Si è trattato prevalentemente di saggi e articoli. I principali titoli a suo nome sono “Etica della cura e progetto” (2002) e “La città della cura. Ovvero, perché una madre ne ha una più dell’urbanista” (2015). “Autopsia di una felicità mancata” è il suo primo romanzo.
Perché l’amore è in grado di superare tutti i confini. Un’autopsia senza cadavere, questo è l’inusuale incarico che Arianna D., anatomopatologa alle soglie della pensione vede affidarsi da Giovanna Docra, antropologa di 47 anni, trasferitasi a Stoccolma, con marito e due figli gemelli,...
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