Il pollice che compulsa freneticamente lo schermo dell’iPhone; le notifiche a fare da sottofondo costante; mail inviate e ricevute a qualsiasi ora. L’immagine più comune che abbiamo di noi stessi è quella di persone sempre di corsa, prive del controllo del proprio tempo e ostaggi dello smartphone, che ci avrebbe allontanati dalla “vera comunicazione umana”. Niente più che uno stereotipo, sostiene Judy Wajcman: in realtà i device tecnologici hanno anche un potente valore emancipatorio e numerosi studi hanno dimostrato che dagli anni Sessanta a oggi il tempo libero è aumentato, non diminuito. Bisogna invece riconoscere che siamo schiavi di un modello che ci siamo autoimposti, prigionieri del mito dell’accelerazione che pensiamo tipico della nostra epoca ma che in realtà ha una lunga tradizione alle spalle, e di un modello di vita indaffarata che spesso è considerato solo uno status symbol. La tirannia del tempo è un libro che invita a un profondo ripensamento del dibattito sull’equilibrio tra vita privata e lavoro, e sulle dinamiche emergenti della nostra società.
Il pollice che compulsa freneticamente lo schermo dell’iPhone; le notifiche a fare da sottofondo costante; mail inviate e ricevute a qualsiasi ora. L’immagine più comune che abbiamo di noi stessi è quella di persone sempre di corsa, prive del controllo del proprio tempo e ostaggi...
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