È tra i più noti poeti russi dell’età d’argento, insieme a Blok, Majakovskij, Pasternak e Achmatova. Figlia di intellettuali, iniziò a comporre versi, prose e pièce teatrali sin da giovanissima. Partì per l’esilio nel 1922, vivendo in varie città europee. Tra il 1923 e il 1940 scrisse Dopo la Russia, le tragedie Arianna e Fedra, numerosi poemi, memorie e lettere, tra cui le famose epistole con Rilke nel 1926. Rientrata in Urss nel 1939, morì suicida dopo essere stata sfollata nel Sud della Russia durante la guerra.
“Mosca, febbraio 1921. Un infreddolito e annoiato Brjusov presentava una serata di poetesse; tra loro era anche Marina Cvetaeva: “Donna. Amore. Passione. Da che tempo è tempo la donna ha saputo cantare soltanto l’amore e la passione. L’unica passione della donna è l’amore. Ogni amore...
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