Avevo una visione romantica della figura dello chef, la giacca bianca immacolata, il cappello alto, la faccia severa, la mano veloce e precisa che taglia fettine sottilissime e tutte uguali con un lucidissimo coltello d’acciaio.
Avevo a casa l’Artusi e l’Escoffier, i libri di mia madre, chef anche lei, con quelle meravigliose foto di specchi scintillanti coperti di sgargianti manicaretti. E soprattutto mia madre, che tornava da lavoro, mai stanca e trovava il tempo di cucinare per tutti noi, le stesse prelibatezze per le quali, nel suo ambiente era famosa, le crespelle farcite di ogni ben di Dio, il cous cous d’agnello, il tiramisu’ con la base di granita di caffe’.
Anche a casa, la differenza si vedeva, il piatto a tavola ci arrivava coi bordi puliti e lucidi, la salsa sempre legata alla perfezione, il brodo limpido, la pasta al dente, il risotto all’onda, e non ci faceva neanche mancare qualche decorazione qua e la, anche il semplice ciuffetto di prezzemolo, certe cose, semplicemente, diventano un’abitudine.
A sedici anni, ma erano anche altri tempi e si cresceva più lentamente, non sapevo cosa volevo fare da grande. Certo, tra le possibili opzioni c’erano l’astronauta, il pompiere, il miliardario, il degustatore di caramelle, come un po’ per tutti i ragazzini di quel tempo e strano a dirlo, era proprio mia madre ad incoraggiare le ambizioni più strane pur di tenermi lontano dalla cucina.
Dovetti ricorrere a tutta la mia forza di volontà per imporre il mio desiderio di fare il cuoco e ci riuscii.
Il primo impatto fu, come per tutti noi, impietoso…
Orari folli, con conseguente perdita di qualsiasi forma di vita sociale, stanchezza cronica, mancanza di sonno, bruciori di stomaco, arrabbiature, umiliazioni, scherzi feroci, ogni genere di cattiveria, chef bravi, bravissimi, ubriaconi, analfabeti, pazzi ma ho sempre tirato avanti, sognato, imparato. Quella visione romantica mi ha guidato per tutti questi anni, oggi fanno trentatrè, di cui ventitre’ anni nelle cucine di mezzo mondo.
Oggi sono chef consulente, nutrizionista, fotografo e autore.
Mi sento “Arrivato”?
Per nulla, semplicemente mi son fermato nel posto che mi piace, se dovesse mai cambiare, in peggio, non mi farò alcun problema a rifar le valige e ripartire.
Questo è il concetto che più di ogni altro mi riesce difficile esprimere, spiegare.
La carriera di uno chef, non è lineare, non segue una retta infinita. È più come una gimcana in un labirinto con molte uscite e molte stazioni di ristoro.
Si comincia tutti dalla stessa partenza, c’è chi cerca la via più breve, ma magari incontra ostacoli insormontabili e si trova fuori da una uscita laterale che non va da nessuna parte.
Chi sceglie la via più facile, corre, fa grandi progressi all’inizio, ma a metà strada è “spompato” e resta a sonnecchiare una stazione di ristoro.
C’è chi vaga per il labirinto senza meta, ha smarrito la bussola, non sa dov’è, chiede aiuto, strilla, sbraita, ma gli altri sono troppo impegnati...
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Título : I Sapori del Mondo - Dalla Cucina del Marathon Chef
EAN : 9788822840486
Editorial : Sergio Guzzardi
Fecha de publicación
: 8/9/16
Formato : ePub
Tamaño del archivo : 5.19 mb
Protección : Filigrane numérique
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