Gabriele Damiani, scovato da Aliberti grazie a un concorso, maneggia la fantapolitica con impegno e passione, plasma la materia e forgia un thriller che si basa, principalmente, su ritratti ironici ma crudeli. Non è il solito commissario e non è il solito crimine di provincia. Politico, asciutto, è un nero intenso che fa male dalla prima pagina all'ultima. La prosa scorre rapida ma il sapore amaro dei fatti resta dentro. Ma sarà davvero tutto frutto della fantasia?
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